📕📕 Il Gruppo di lettura  “Parole in Giardino” si è incontrato in presenza e in collegamento online il 16 novembre presso l’ex Aurum,  sala della Riserva Dannunziana  a Pescara.

 Le lettrici del GdL   hanno condiviso, come al solito, pensieri, emozioni  e riflessioni sulla lettura del romanzo “ Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen e su alcune  scene dell’omonimo film.  Come afferma Calvino “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”. Lo abbiamo  letto  e riletto  volentieri. Per quasi tutte è stata una rilettura che ha permesso un approccio diverso rispetto alla lettura effettuata in precedenza.

Sappiamo che l’incipit di “Orgoglio e pregiudizio” è, con quello di Anna Karenina, il più celebre della letteratura moderna e volentieri lo riportiamo in italiano e in inglese.

Incipit in ITA e EN

È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di una discreta fortuna debba essere in cerca di una moglie. Per quanto poco si sappia dei sentimenti e delle opinioni di quell’uomo al momento del suo arrivo in una nuova comunità, questa verità è radicata a tal punto nella mente dei suoi vicini da far sì che venga considerato legittima proprietà dell’una o dell’altra delle ragazze da marito.

It is a truth universally acknowledged, that a single man in possession of a good fortune, must be in want of a wife.

However little known the feelings or views of such a man may be on his first entering a neighbourhood, this truth is so well fixed in the minds of the surrounding families, that he is considered the rightful property of some one or other of their daughters.

 

Abbiamo iniziato l’incontro esprimendo le parole chiave del romanzo  che poi solitamente guidano la condivisione delle riflessioni durante la discussione sul libro.

Raccolte  in un unico  pannello le parole chiave riescono a dare una significativa visione di insieme di questo famosissimo classico.

Come di consueto, riportiamo di seguito alcuni appunti  di discussione e di approfondimento  utili  per chi ha partecipato e per chi non ha potuto partecipare, per chi ha letto il libro e per chi non ha potuto leggerlo.

Ambientato nell’ Inghilterra dei primi anni del 1800, racconta storie quotidiane della borghesia di campagna, alternando la descrizione dei personaggi a quella di abitudini e tradizioni dell’epoca.

Il campionario dei personaggi e delle loro personalità è molto vario: Elisabeth vivace e razionale, Jane molto sensibile oltre che bella, Lidia egoista e frivola, Maria acculturata, Mrs. Bennet petulante e senza tatto, Collins presuntuoso e servile….

Tutti, ora l’uno ora l’altro, sono coinvolti in inviti a pranzo, a balli, a cene, a chiacchierare, e le atmosfere che si creano rendono il romanzo molto avvincente.

Quello descritto è un mondo di persone e di relazioni costruito su misura per i maschi, lo percepisco subito all’inizio del romanzo quando leggo che il capofamiglia, Mr Bennet, ha una rendita annua di 2000 sterline, vincolata però – mancando un figlio maschio – ad un diritto di trasmissione in favore di un lontano parente (Mr. Collins).

Il ruolo di una ragazza è solo quello di trovare marito, vedi la smania della signora Bennet di accasare le sue cinque figlie, a qualsiasi condizione , non importa se la ragazza non vuole , come nel caso di Elisabeth che rifiuta Collins, o se la ragazza si lega ad un lestofante come nel caso di Lidia manipolata da Wickham. In un contesto caratterizzato da perbenismo e ipocriti comportamenti, spiccano le figure di Elisabeth e Darcy , la cui sincerità, razionalità e generosità d’animo fanno superare ostacoli e pregiudizi. Emerge da questi due personaggi principali la valorizzazione della libertà individuale in pieno dissenso nei confronti della società dell’epoca caratterizzata dal conformismo e da false e arcaiche convinzioni.

Sono tante le occasioni in cui Elisabeth dimostra di non farsi influenzare dagli altri, ma forse quella più eclatante ci viene offerta dal colloquio che ha con donna Caterina (che l’aggredisce in ordine alle voci che corrono sull’interesse che il nipote Darcy nutre per lei), alla quale dichiara di essere “decisa ad agire nel modo che secondo me farà la mia felicità, senza riguardo a lei o a qualsiasi altra persona che non ha alcun rapporto con me” (313). Anche Darcy non è da meno e si oppone alla zia, incurante della sua indignazione per il legame con Elisabeth e delle ingiurie espresse nei confronti di quest’ultima (339).

Non a caso Orgoglio e pregiudizio è stato scelto da Azar Nafisi in “Leggere Lolita a Teheran “ quale spunto di discussione con gli studenti, per far risultare dai loro commenti un principio alla base della democrazia, cioè il diritto di scelta, negato e perseguitato in Iran. Questo principio oggi non è scontato perché molti Paesi oltre l’Iran , come l’Afganistan, il Pakistan, l’India, l’Irak, ancora non riconoscono alle donne i diritti fondamentali della persona e con l’alibi delle tradizioni o della religione le imprigionano in una condizione di asservimento. In proposito penso con commozione a Saman Abbas, la ragazza pachistana di Novellara, uccisa due anni fa dai familiari per essersi ribellata ad un matrimonio combinato con un cugino in patria.

Per questo motivo l’opera della Austen è considerato un classico: Orgoglio e pregiudizio è passato attraverso la storia ed è arrivato fino a noi rivelando tutta la sua incredibile attualità, nonostante siano trascorsi più di due secoli (fu pubblicato nel 1813).

La lettura è molto scorrevole per lo stile adottato dalla scrittrice per tutti i personaggi: ognuno si esprime in libertà e manifesta il proprio pensiero e i propri sentimenti senza alcuna reticenza, siano essi positivi o negativi. Gli infiniti dialoghi facilitano la comprensione psicologica dei personaggi in un “polifonia” scrive la Nafisi che è l’ulteriore conferma di un testo “democratico”.

Jane Austen dimostra la sua grande capacità narrativa nell’ affidare spesso lo sviluppo della storia alle lettere scambiate tra i personaggi, così che i testi epistolari diventano tasselli importanti per la comprensione dei fatti, come nella lunga lettera di Darcy a Elisabeth in cui spiega i motivi del suo giudizio negativo nei confronti di Wickham (177) o nella lettera della zia Gardiner, che dettaglia ad Elisabeth l’intervento personale e finanziario di Darcy nella sventata avventura della di lei sorella Lidia (285).

La lettura è anche divertente per la costante ironia con cui la Austen vuole sottolineare la “pochezza “ del personaggio, come fa con Mrs Bennet o con Collins, messi continuamente in ridicolo. Daniela C.

Il romanzo appartiene al genere “novel of manners”, ovvero in gran parte dedicato alla rappresentazione della società dell’epoca, con tutte le sue usanze e le sue occasioni mondane (dai tea parties ai balli sino ai rituali del corteggiamento). Pur mantenendo come sfondo il tema del matrimonio, porta avanti parallelamente la crescita e lo sviluppo della personalità dei due protagonisti, Elizabeth e Mr Darcy.Il lettore diventa spettatore di una sorta di estenuante “passo a due” psicologico in cui, partendo da punti di vista rigidi e ristretti come l’orgoglio e il pregiudizio, si trova ad assistere al graduale cambiamento di atteggiamenti dei due giovani: attraverso varie prove infatti essi impareranno a lasciar andare reticenze e false credenze reciproche per aprirsi finalmente con sincerità ai loro sentimenti.Dal punto di vista narrativo risulta molto efficace la tecnica utilizzata dalla Austen, ovvero il libero discorso indiretto (free indirect speech), lontano anticipatore di quello che nel ‘900 prenderà il nome di stream of consciousness (flusso di coscienza) di James Joyce e Virginia Woolf.  Attraverso la narrazione in terza persona che si alterna costantemente ai lunghi dialoghi, al lettore viene permesso di assumere il punto di vista dei personaggi, condividendone di volta in volta le molteplici emozioni e i diversi stati d’animo.La credibilità di tale tecnica mista emerge nella scena clou di tutto il romanzo (cap. LVIII), quando Darcy si dichiara per l’ultima volta ad Elizabeth: “…il mio affetto e le mie intenzioni sono immutati; ma una sola vostra parola mi farà tacere per sempre.”La reazione della ragazza viene narrata dalla Austen in terza persona: “Elizabeth, sentendo tutto l’imbarazzo e l’ansietà della situazione di Darcy, si forzò a parlare, e subito anche in modo non molto fluente gli fece capire che i suoi sentimenti avevano subito un tale cambiamento da farle accogliere con gratitudine e gioia le presenti assicurazioni.” Antonella T.

Il conformismo e le arcaiche convinzioni si basano su precise regole di distinzione di classe: a quei tempi le classi sociali erano rigide e difficilmente “scalabili”. Il vero problema di Darcy e Elizabeth e’ che appartengono a classi sociali diverse.
La “gentry” rappresentata da Jane Austen non e’ composta solo dalla borghesia, ma anche dall’aristocrazia (Darcy e Lady Debourgh e Bingley).
A parte le lettere, lo stile usato dalla Austen e’ “drammatio”, cioe’ basato sui dialoghi attraverso i quali l’autrice tratteggia i suoi personaggi. Patrizia L.