Il Gruppo di Lettura Parole in giardino si è incontrato venerdì 29 Settembre 2022 presso il Giardino di Giusy per parlare di “La libreria sulla collina” di Alba Donati.

 Bellissima serata trascorsa  grazie alla calorosa accoglienza di  Giusy e del suo mitico giardino. Il portico poi  ci ha riparato dalla pioggia sottile …..mentre a tarda sera continuavamo a parlare delle storie raccontate da Alba Donati  e di altre storie evocate dalla lettura del libro.

Giusy ha iniziato l’incontro spiegando di aver proposto questo libro per parlare del nostro gruppo di lettura “Parole in giardino”.

Sono emerse molteplici   riflessioni da parte di chi era con noi in presenza e da parte di  chi era in collegamento su Zoom: la vita personale dell’autrice, la storia e la rinascita di una piccola comunità, il coraggio di affrontare le avversità, la forza che dà la letteratura, l’intreccio tra i libri e le relazioni umane, la magia della bellezza e del giardino.

Il libro  è piaciuto molto a tutte le lettrici del  Gruppo che hanno manifestato il desiderio di andare insieme a visitare la @Libreria sopra la Penna a Lucignana  in provincia di Lucca.

INCIPIT di  “La libreria sulla collina” di Alba Donati

20 gennaio.

Ogni bambina è infelice a modo suo e io lo ero tantissimo. Sarà stata colpa del matrimonio di mio fratello, capitatomi tra capo e collo all’età di sei anni, o di una madre piuttosto arcaica, sarà stato un po’ di quel bullismo campestre delle amichette, oggi gioco con te domani gioco con un’altra. Da quando ho aperto la libreria, non c’è conversazione che non includa la domanda: «Come le è venuta l’idea di aprire una libreria in un paesino sperduto di 180 persone?» Oggi ho fatto molti pacchi. C’è una signora di Salerno che festeggia San Valentino cosí: a una figlia regala un libro di poesie di Emily Dickinson, il calendario di Emily Dickinson ed Emily un profumo a base di assoluta di Osmanthus, all’altra figlia un libro di Emily, il calendario di Emily e un braccialetto fatto con petali di rosa e gipsofila. Come se non bastasse la signora vuole per sé l’Herbarium della sempre amata Emily e il calendario. Come mi è venuto in mente? Le cose non vengono in mente, le cose covano, lievitano, ingombrano la nostra fantasia mentre dormiamo. Le cose hanno gambe proprie, fanno un cammino parallelo in una zona di noi che noi non sappiamo nemmeno lontanamente dove sia e a un certo punto bussano: eccoci, siamo le tue idee pronte per essere ascoltate. L’idea della libreria giaceva di certo acquattata tra le pieghe di quella zona cupa e gioiosa chiamata infanzia. Ad alimentarla c’era il caso Lavorini, il primo bambino ucciso da che ebbi memoria, e ritrovato nei pressi di Viareggio, un racconto che sentivo tutti i pomeriggi dal nonno che aveva un mangianastri. Non che fosse cosí avanti il nonno Tullio, ma lo erano le mie zie, moderne e libertine (a detta del paese). Mi facevano un po’ vergognare, ma le adoravo. Sull’altro piatto della bilancia, c’era invece la zia Polda, sorella di mia madre, contadina di professione, una pasta di donna che tra le altre cose non si era sposata e ne era orgogliosa. Passavo le giornate a sbottonarle e riabbottonarle la maglia, una scusa per starle in braccio e ascoltare le sue storie. E la zia Feny, al secolo Fenysia, governante in case d’altri, minuta e forte, timida e sapiente, colei che, portandomi i libri che i signori le regalavano, mi iniziò alla lettura di romanzi. Pensando a lei ho chiamato Fenysia la Scuola di Linguaggi della Cultura che pochi anni fa ho fondato con Pierpaolo, il mio compagno. Accudire il sapere mi pareva fosse necessario quanto cucinare un buon minestrone, come lei sapeva fare. Le storie che raccontava mia mamma invece potevano uccidere un dinosauro del Pleistocene. La sua preferita narrava di una bambina che, mentre la madre lavorava nei campi, si addormentava sotto un albero. E qui arrivava una grossa biscia che si infilava giú nella gola della piccola. In questa zona della memoria interviene un sano blackout a mettere in pausa il salvabile, che poi avrebbe salvato, molto tempo dopo, la dottoressa Lucia in dodici anni di analisi. Il paese era piccolo e io lo amavo: disegnavo il monte di fronte a casa in primavera, estate, autunno e inverno, come fosse il Kilimangiaro. L’altrove, direbbe un filosofo, è dove non sei mai stata. E io sul monte di fronte non ci sono mai andata, nemmeno oggi. Adoravo la brina nei campi, mi pareva cristallo, come quello del castello della Bella addormentata. Poi adoravo le formiche, la fatica che facevano per vivere. Sí, perché a un certo punto se abiti in una casa senza riscaldamento, senza bagno, e ti impazziscono gli occhi, le mani e perfino le orecchie, è normale se pensi di morire. In questo quadretto introduttivo manca papà. Mi mancava tanto infatti, e quando si sedeva accanto al mio lettino, che spesso avvertivo essere il mio capezzale, gli occhi, le mani e le orecchie smettevano di impazzire e il mondo tornava guardabile. Questo diario lo inizio casualmente il 20 gennaio, la data con cui inizia il Lenz di Büchner e che Paul Celan, il poeta che vinse il premio Büchner il 22 ottobre del 1960 (9 anni 5 mesi e 29 giorni prima di buttarsi nella Senna dal ponte Mirabeau), mette al centro del suo discorso durante il conferimento del premio. Perché le date sono importanti e ognuno di noi ha il suo 20 gennaio, giorno in cui Lenz lascia tutto e parte. Il 20 gennaio del 1943 partí anche il primo marito di mia madre. Aveva avuto, lui e gli altri alpini ancora vivi, l’ordine di lasciar perdere il Don e di ritirarsi. Era l’epilogo della guerra di Russia che solo in quei giorni costò la vita a cinquantunomila soldati tra morti e dispersi. C’erano quaranta gradi sotto zero e molti non avevano nemmeno le scarpe. Iole, mia madre, aveva ventiquattro anni, Marino, suo marito, ventotto, Giuliano, mio fratello, sei mesi. La famiglia che non c’è stata si è spezzata nei pressi di Voronež, luogo dove il poeta Osip Mandel´štam era andato a vivere prima di essere chiuso in un lager in Siberia, e lí morire. «Fammi andare, mollami, Voronež: mi puoi far fuggire o scappare, cadere o lasciarmi tornare, Voronež ticchio , Voronež corvo, coltello…» Mia madre aspettò e aspettò, ma di Marino nessuna notizia, era come inghiottito dalla steppa. Le notizie ufficiali sui registri di guerra finiscono il 23 gennaio 1943, poi piú nulla. Arrivò invece una pensione di guerra alle mogli di tutti i dispersi. Mandel´štam mi aveva portato per mano dentro la steppa, prima di sapere che era la stessa su cui aveva pianto mia madre. Intanto lascio tutto anch’io: la città piú bella del mondo, un lavoro invidiabile, una bella casa vicino alla Biblioteca Nazionale, e torno al paese, a vedere se la biscia sia sparita e se per caso quella bambina sotto l’albero non fosse Alice nel paese delle meraviglie appena addormentata.

Ordini di oggi: L’avversario di Emmanuel Carrère, La vita delle ragazze e delle donne di Alice Munro, Un giovane americano di Edmund White, Lasciando casa di Anita Brookner, Tra un atto e l’altro di Virginia Woolf, Hotel Silence di Auður Ava Ólafsdóttir.

Donati, Alba. La libreria sulla collina (Italian Edition) (pp.5-8). EINAUDI. Edizione del Kindle.

 

Come di consueto, riportiamo di seguito alcuni appunti  di discussione e di approfondimento  utili  per chi ha partecipato e per chi non ha potuto partecipare, per chi ha letto il libro e per chi non ha potuto leggerlo.

Ho proposto questo bellissimo libro al gruppo Parole in Giardino, oltre che per il  valore esemplare di ciò che racconta e per alcune risonanze profonde  con i miei pensieri, soprattutto  perché la sua lettura mi ha suggerito moltissime riflessioni sul senso del nostro gruppo e di quello che facciamo.  Così ho provato a raggruppare alcuni passi intorno a tre  idee ricorrenti sulle quali ci siamo spesso siamo confrontate. 

1-Il rapporto con i libri e il senso della lettura

Anche se siamo tutte accomunate dalla stessa passione per i libri e la lettura, spesso sono emerse idee divergenti su come scegliere  i libri da leggere , su come  affrontare lettura e su cosa, in fondo , cerca nella lettura ogni lettore.

Penso che sia condivisibile per tutti che i libri più “utili siano quelli che ti invogliano a leggere ancora. “mi piacciono i libri che ti fanno leggere altri libri. Una catena che non dovremmo mai interrompere”.(pag 73)

Un profilo nel  quale mi identifico è quello del lettore che “cerca storie , non importa chi le abbia scritte” (pag 87) È anche un’idea del lettore che secondo me si avvicina a quello che partecipa ai gruppi di lettura, o quanto meno a un gruppo di lettura come il nostro. 

C’è poi il concetto della lettura come “consolazione” che ,mi sembra, esalti un’altra idea che spesso perseguiamo: quella della valorizzazione del “libro del cuore” (sulla quale è basata la nostra maratona di lettura) che spesso ci capita di condividere nei nostri incontri. Un tipo di lettura emotiva, “commovente” di quei libri che “si trovano, per caso, come un amore”(pag

 2-Il gruppo Parole in giardino

Le domande esplicite  che spesso mi vengono rivolte quando dico che a casa mia si riunisce un gruppo di lettura sono del tipo: “ma che cosa si fa?”oppure “ma chi partecipa?”

La domanda più riservata, invece, è “ma come ti è venuto in mente?”, alla quale oggi posso rispondere con le parole di Alba Donati “a me piace mettere insieme le persone per affinità, per sesto senso”(pag 155)

Così, quando ho incontrato lettori che come  me si  sentono  “viandanti delle storie,  pellegrini delle parole”  (pag 40) è stato abbastanza naturale  sostenere l’idea della formazione di un gruppo di lettura.

Un po’ come  la  libreria di Alba Donati, anche il nostro gruppo vive del sostegno delle persone che ci circondano, strette da una forte relazione di conoscenza e vicinanza : un “cerchio magico ” che trova la sua forza nella volontà di “unire, ….

 Il rapporto con il giardino, metafora di ciò che è e ciò che fa il gruppo

…credo che il giardino abbia la sua parte in tutto questo..( da L’intelligenza dei fiori di Maeterlinck.) La bellezza del libro è nella sua mancanza  di volontà scientifica, classificatoria. I fiori come noi pensano, intuiscono la via più semplice, evitano percorsi difficili , hanno spiriti rivoluzionari…”(pag 81)

“ma forse non sarebbe così senza il giardino, Lucignana, il prato fiorito, il silenzio…una libreria per 180 abitanti  destinata al fallimento commerciale, che diventa libreria del mondo, che intercetta , andando controvento, i propri simili nella tormenta, e li porta a casa. In questa casa non c’è tutto, ma c’è molto di quello che ci serve…la passione non mette in conto nessun traguardo, essa procede  alimentata da un suo proprio moto interno (pag 117)

Anche io ho spesso pensato che il giardino abbia un ruolo fondamentale nei nostri incontri, e non solo perché questo luogo amplifica la bellezza delle nostre parole e dei nostri incontri.  Soprattutto perché il giardino, “verdeggiante ed arruffato”, simboleggia un sistema complesso  che si trasforma e si autoregola da sé . È legato al senso del Tempo, concetto secondo me sotteso a tutto il libro.  il giardino è una forma di eternità” (pag 73)

Anche il  gruppo si è autoregolato e trasformato nel tempo , e  ciascuno, come i fiori e le piante , ha trovato un proprio posto nella zona  più congeniale,  “una via facile”, per contribuire a mantenere alto il valore di quello che si fa, senza forzature e senza retorica, con semplicità.  Ed anche  chi ci ha accompagnato solo per un breve tempo, ha comunque lasciato una traccia positiva in questa crescita e in questa trasformazione, anche personale.

Dopo la musica, anche per me il giardino, reale o metaforico che sia, e’un modo di intercettare le persone e di portarle a casa.

Ed anche il gruppo di lettura può essere una casa, dove “non c’è tutto, ma molto di quello che serve” 

Giusy P.

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Questo libro fa venire voglia di saltare in macchina e raggiungere il paesino di Lucignana a circa 30 km da Lucca,  per visitare il piccolo cottage letterario immerso nella natura e nel verde, che Alba Donati, poetessa e critica letteraria, ha creato su “un poggio di due metri e mezzo scosceso che scivola verso una discesa di poggi a valanga, piena di olivi inclinati” (22) e che descrive con soddisfazione e compiacimento.

Per la comunità  del paesino “ la Libreria sopra la Penna” (dove la penna-probabilmente di gallina –  da’ il nome alla via e al vicolo, 40) è un punto di aggregazione CULTURALE dove si commentano racconti e poesie, si svolgono lezioni con docenti autorevoli su autori famosi, ci si incontra per avere  suggerimenti sulle letture, si svolgono eventi  (come quello sul giorno della memoria a gennaio 2020, 22) e mini festival letterari ( ogni estate il festival letterario Little Lucy in onore degli emigrati italiani all’estero , 178). È anche un punto di aggregazione UMANA, una grande famiglia in cui le persone sentono di far parte  (la libreria è nata con la condivisione del 70% degli abitanti); valga come esempio la solidarietà scattata quando a soli due mesi dalla sua apertura, avvenuta a dicembre 2019, il cottage è andato a fuoco (30 e succ), solidarietà concretizzatasi con crowdfunding e un lascito sostanzioso.

Per i visitatori è un piccolo spazio (si prenota l’accesso) dove trovare o ordinare libri, non sempre  “commerciali” , riguardanti spesso il tema della botanica, dei giardini, dei fiori, insomma  “della natura come alfabeto della salvezza”, come scrive l’Autrice (141).

Si propongono inoltre oggetti particolari connessi con i libri: calze con le parole di Orgoglio e pregiudizio e di Alice nel paese delle meraviglie che confeziona una signora in Israele; tarocchi che interrogano il futuro attraverso le figure di scrittrici (27), agende e quaderni di Elinor Marianne (una cartoleria boutique di Firenze), confezioni di marmellate e te’, declinate in vari gusti associati a scrittrici e scrittori (54).

La narrazione de “la Libreria sopra la collina” si svolge attraverso un diario per il periodo che va da gennaio a giugno 2021, dove oltre i fatti accaduti, è indicato l’elenco dei libri ordinati, spesso oggetto di commento da parte dell’Autrice. (Come per “Donna con  libro” della Pitzorno questa lettura è anche un ricco contenitore di titoli, stimolo per la nostra associazione). Gli eventi riguardanti la libreria si intrecciano con le riflessioni della Donati sulla sua vita, non sempre facile, soprattutto nell’infanzia e nell’adolescenza, “tradita” prima dal fratello molto più grande di lei  che si sposa (138),  dal padre che abbandona la famiglia (89), dalla madre nevrotica che non riesce più a esternare affetto (89).

La libreria rappresenta il riscatto di tante sofferenze perché come scrive Giovanni Pascoli “ sappiate che non vedrei ora così bello se già non avessi veduto così nero” (39). Orgogliosa di averla realizzata in questo piccolo angolo della Garfagnana, la Donati racconta che Pascoli a circa 40 anni si trasferì con la sorella Maria a sette chilometri da Lucignana, restando pazzamente innamorato della zona, pur consapevole che” dietro la bellezza e oltre la pace del vivere quotidiano” c’è sempre un dolore(39). Ho molto apprezzato il “ recupero” che l’Autrice fa del poeta rispetto ad una critica sommaria che lo vede “noiosamente idilliaco, decadente ed ottocentesco”, trascurando aspetti innovativi presenti nella sua arte (83).

A rendere la libreria ancora più attrattiva  è il giardino e la grande cura spesa nella manutenzione del prato, delle piante, delle sedie Adirondack. Scrive la Donati “piano piano ti faccio più bello mio giardino, in attesa che qualcuno si sieda, annusi, scatti, sfogli, sorseggi, chieda, socchiuda gli occhi, felice”(98). Anche il panorama fa la sua parte: il cottage è in cima ad una collina e dall’unica finestra (141), incastonata tra libri, fiori e leggio in ferro battuto, si spazia tra il Prato Fiorito e le Alpi Apuane, in un tripudio di colori, di suoni, di cinguettii, di odori .

Alba Donati, a circa 60 anni, dopo una vita e una carriera attraversata da poesie, scrittori e case editrici, ha realizzato questo gioiello nella convinzione che leggere è una fantastica magica medicina (139) e che si deve leggere per conoscere davvero il mondo (146). La libreria è apprezzata in tutta Italia e anche all’estero, con l’85% di followers donne e il 15% uomini (27). I visitatori sono estasiati (81), ciononostante c’è sempre quel 30% dei 180 abitanti del posto che la snobba, addirittura la Donati riferisce che una signora romana che abita a Lucignana non la saluta senza motivo, forse, scrive, “le avranno detto che cuocio i bambini nella polenta”!!! (162)

Non si scoraggia neanche quando un ex giornalista, vero e proprio hater, in un articolo tratteggia di lei  un ingiusto e vergognoso profilo (94).

“La libreria sulla collina”, per l’amore e la cura con cui è stata realizzata ed è gestita, ha l’alto merito di far conoscere e diffondere la PIACEVOLEZZA della lettura. E’ una libreria che “destinata al fallimento sulla carta diventa libreria del mondo, che intercetta, andando controvento, i propri simili nella tormenta e li riporta a casa. In questa casa non c’è tutto, ma c’è molto di quello che ci serve “ (117).

Daniela C.

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Sì, forse è vero come dicono altri commentatori che la lettura di questo libro di A. Donati dia l’impressione che un soffio di magia scorra tra le sue pagine!
Se devo essere sincera mi pare di percepirlo, a mia volta, dal primo istante nell’immagine stessa di copertina ( Anna Regge ).
Delicata, eseguita in punta di matita con colori tenui di pastelli molto luminosi. Pare il lavoro di una fata o meglio di un bimbo delle elementari in cui predominano l’esigenza di chiarezza e l’armonia dell’equilibrio che permea il contesto e l’ambientazione del racconto.
D’altra parte anche la scritta sulla fascetta rossa che introduce al tema del libro, rafforza la prima impressione con “ Se tutto il mondo fosse così” invitando quindi ad aprire l’anima al sogno.
Ma, in effetti, io la vera magia non la vedo nell’uso che l’autrice fa della lingua, né nei temi che tratta: io la vedo soprattutto nella sua forza d’animo e nella determinazione nel dare vita ad un sogno rinchiuso da tempo in un cassetto.
Questa è la vera magia !
Infatti il racconto è in forma di diario, proprio di un vero diario col quale l’autrice ha voluto non solo narrare il suo coraggio e costanza, ma anche il coronamento felice con cui questa scelta di vita è praticamente definita e procede nel tempo.
È un vero diario scritto giorno dopo giorno e lo si capisce soprattutto per il fatto che a tratti vengono introdotti personaggi, aiutanti fedeli, ammiratori e clienti di cui non si è parlato prima; l’autrice non ci è tornata sopra per correggere o introdurli meglio nel suo lavoro che é immediato, solitario a conclusione delle sue giornate per fissare sulla carta cose belle e cose da fare l’indomani o nei giorni futuri.
È proprio lì a fine giornata che suggerisce ai possibili lettori, titoli e soggetti di libri. È un’operatrice ammirevole perché, oltre che a scrivere nelle serate e nelle notti, sarà stata sicuramente impegnata in letture che vanno oltre la passione e diventano subito, anche se fatte con amore, molto impegnative, soprattutto faticose.
Tornando al suo paese natio A.D. ha ritrovato il suo paese di poche anime una grande famiglia dove tutti sono uniti nel motto “ tutti per uno e uno per tutti”.
È ancora la “casa “ del sogno per la sua gente, probabilmente senza aver subito grandi cambiamenti dal giorno in cui l’autrice l’aveva abbandonato.
Questa è stata una situazione che l`ha molto aiutata.
Questa riflessione mi ha dato un pò di amarezza perché anche io sono nata in un bellissimo paese ma dalla mia infanzia alla mia giovinezza, il paese è molto cambiato: è stato scoperto da grandi imprenditori, ora è diventato una macchina per far soldi; ha perso tanto di quella fraternità che c’era fra gli abitanti che ora, aumentati di numero, non si conoscono nemmeno più tra loro. Chiedo scusa per questa digressione troppo personale: è che a volte, quando si tirano le somme alla conclusione di una lettura, la mente finisce col rovistare nell’anima ed emergono pensieri che affondavano nell’oscurità dell’inconscio, se ne prende coscienza si mettono a nudo emozioni rimosse quasi in un lavoro catartico, ma la lettura serve anche a questo.
Tornando al discorso iniziale, l’autrice propone a fine giornata titoli stranieri ed anche di scrittori italiani che hanno costituito per me, questi ultimi, sempre le letture preferite.
Ora, però mi ha fatto piacere scoprire titoli su cui penso di poter contare con sicurezza incontrando anche autori d’altre terre.
Anna Donati nel suo scritto ci parla con molta scorrevolezza di poeti, scrittori, editori che ella ha incontrato non solo emergenti dalle pagine delle loro opere, ma conosciuti realmente nel suo vivere quotidiano.Compone ritratti che presentano i grandi della letteratura mondiale con estrema semplicità, a volte descritti come se volesse corrispondere ad una generica curiosità dei suoi lettori, ma spesso visti nel contesto di importanti momenti della loro vita: ne coglie aspetti del carattere particolari, ma sempre rivelando una profonda conoscenza dell’animo umano e soprattutto un’emozione personale che ha marcato quel momento irripetibile, anche se solo suscitato da una lettura.C’è sempre lucidità nel ricordo, equilibrio nel giudizio , che non è mai negativo, come si farebbe parlando di una persona cara degna di grande considerazione.Si tratta pur sempre di persone che hanno dato lustro al loro paese narrando storie, avvenimenti , fantasie che nessun altro avrebbe potuto immaginare e che ora ci dilettano dandoci momenti di serenità ed apprendimento.Sono moltissimi gli autori di cui parla, difficile da menzionare se non si rilegge per intero il libro.Io sono rimasta colpita dal caso relativo a D. Drudic autrice di Trieste, libro sul quale compaiono nomi di molti martiri della libertà tra cui moltissimi Levi ( pag.23 ) e devo dire che la cosa mi ha molto commossa.

Personalmente ho preso nota dei titoli che vorrò leggere in seguito sia di testi italiani che stranieri.

Federica Z.

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Il libro mi è piaciuto molto!

Alcune considerazioni in sintesi.

Dopo aver letto le prime pagine la prima cosa è stata quella di cercare su internet la foto di questa minuscola libreria in questo minuscolo paesino di 180 anime: è una piccola libreria di legno, azzurra, con un piccolo prato fiorito davanti, sulla collina (proprio come l’illustrazione della copertina del libro).

Questa libreria non è solo un negozio; ma diventa un luogo accogliente, aggregante; li’ il lettore viene anche coccolato con l’invenzione di particolari “squisiti tè e marmellate letterarie”.

Alba Donati racconta con entusiasmo la sua avventura, racconta pochi mesi di vita della sua libreria, dalla iniziale raccolta di fondi, all’incendio della libreria e alla nuova raccolta di fondi e alla ripartenza, al difficile lavoro durante il periodo della pandemia.

In questo diario si mescolano le vicende, i dolori delle storie personali e delle storie della calorosa piccola comunità di Lucignana.

E’ Lucignana, la sua cultura della condivisione. Il suo essere casa. Le strade corridoi, le case stanze.”

Alba Donati racconta anche i suicidi di alcuni scrittori, poeti e traduttori.

Molto interessante alla fine di ogni giornata il riepilogo dei libri ordinati che mi suggeriscono e stimolano sicuri futuri acquisti e letture.

Infine nell’ultima pagina del libro mi piace l’idea della lista di cose che ci fanno stare bene; e cito le sue parole:

e per non soccombere a questo lungo periodo di lavoro, incrementato da malattie, incendi e pandemia, sarà forse il caso di fare un elenco delle cose che mi fanno stare bene, Gli elenchi salvano la vita, tengono accesa la fiammella della nostra memoria, dunque, ecco, inizio:….”

Francesca E.

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La lettura del testo mi ha fatto emozionare, sognare, ritornare alla mia fanciullezza; mi ha dato serenità perché la libreria di Alda Donati a Lucignana, in realtà mi è sembrata la libreria del mondo: mi sembra che Lucignana sia come Macondo, dove le persone di Lucignana e quelle che visitano la libreria si sentono libere, collaborano, si sentono parte di un sogno, uniti da un sentimento di appartenenza e costruiscono relazioni, proprio in un tempo in cui la pandemia Covid tende ad isolare!

Mi piace sottolineare la tenerezza di Alba nei confronti del padre che le ha insegnato a leggere a soli 5 anni, che le ha fatto capire l’importanza della lettura.

Mi piace sottolineare come lei si meravigli che un gruppo di ragazzi e ragazze che visitano la libreria abbiano detto:” No, mia madre impazzirebbe in un posto del genere…, faccio due scatti e li mando a mamma…, mia madre domani è qui con le amiche! Di seguito, Alba scrive: “ Chi lo direbbe mai, in un tempo di rapporti difficili tra genitori e figli, che la prima cosa che viene in mente a sei ragazzi di venticinque/trent’anni davanti allo stupore è comunicarlo alla propria mamma?… La libreria è una scuola, una finestra su un mondo che pensiamo di conoscere e non è vero. La verità è che si deve leggere per conoscere davvero il mondo perché chi scrive lo fa sempre da un particolare che non torna”(pag 146).

Nella libreria si trovano testi su tutti gli argomenti, sono divisi per genere; è bene evidenziare come la maggior parte dei testi sia di scrittrici, come Alba Donati evidenzi che i testi in cui si parla di gatti, gli autori, per la maggior parte, siano scrittori; mi piace evidenziare l’attenzione rivolta alle diversità di genere, mi piace evidenziare i testi rivolti all’ecologia e la rivalutazione di Giovanni Pascoli su questa tematica, un pioniere…!

La libreria è circondata da un giardino dove ci sono fiori in sintonia con i testi, dove si possono gustare marmellate” letterarie”, insieme a tea provenienti dal Kent, portati lì da Mike, a cupcake fumanti fatti da Prudence, una signora inglese che a casa a Lucignana. Una libreria aperta a tutti…

La libreria è una sorta di paradiso, che offre serenità, libertà all’interno di un senso di appartenenza…costruito attraverso la lettura dei testi e l’apprezzamento di quell’ambiente e location semplicemente fantastico!

Michelina Z

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Il prossimo libro da leggere per la prossima volta?

In un primo tempo abbiamo pensato a ” La Traduttrice” di Rabih Alameddine, uno di quei libri  consigliatI da Alba Donati.

Dopo aver verificato che non era disponibile, abbiamo deciso di optare per  “Leggere Lolita a Teheran” di Azar Nafisi.

 

@albadonati #libreriasullapenna