I lettori del Club del libro “Su in collina e… della crostata al bicarbonato” si sono  incontrati sulla piattaforma Zoom il 20 gennaio per parlare dell’ultimo romanzo della scrittrice Laura Imai Messina, “L’isola dei battiti del cuore”.

Il libro è stato presentato  di recente da Antonio Pascale nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:

Propongo L’isola dei battiti del cuore di Laura Imai Messina, pubblicato da Piemme, per tre motivi. È un racconto originale e profondo, non ovvio, nemmeno scontato di un incontro, tra un illustratore di quaranta anni e un bambino di otto. Ognuno lavora con i suoi strumenti, l’adulto con l’immaginazione e la fantasia, e il bambino col gioco, l’illogicità e una certa malinconia. L’incontro è proficuo per i personaggi del libro e per i lettori. Il secondo motivo è il tema della memoria, tema ignorato da tanti, ma fondamentale perché se non riflettiamo su cos’è e come funziona la memoria non possiamo riflettere su chi siamo e dunque non possiamo raccontarci. Questo libro lo fa, è infatti anche un’indagine sulla memoria e dunque sulle possibilità della narrativa. Il terzo motivo è l’isola di Teshima nel sud-ovest del Giappone, dove si trova l’Archivio dei Battiti del Cuore, meta dell’emozionante viaggio finale dei due protagonisti. Un archivio che raccoglie le pulsazioni di persone di tutto il mondo, l’archivio dei nostri cuori e delle differenze tra le varie pulsazioni, ogni pulsazione è un racconto, l’insieme è una memoria, l’archivio altro non è la fantasia e la bravura di Laura Imai Messina che ha scritto questo bellissimo romanzo che merita un riconoscimento.

 

Trama

Nel sud-ovest del Giappone c’è un’isoletta unica al mondo: Teshima. Sulla punta orientale dell’isola, sorge un minuscolo edificio in cui sono catalogate le pulsazioni del cuore di decine di migliaia di persone, alcune vive altre già ombre, provenienti dai luoghi più disparati del pianeta. Si chiama Shinzō-on no Ākaibu, l’Archivio dei Battiti del Cuore.

Alle porte di Tōkyō, in una cittadina lambita dall’oceano e circondata dalle montagne, sorge la casa dove Shūichi ha trascorso l’infanzia e dove ha appena fatto ritorno. Shūichi è un noto illustratore, ha quarant’anni e una cicatrice in mezzo al petto. È ossessionato dal proprio cuore che si ausculta ogni sera e dalle memorie confuse che ha del passato. Sua madre, per proteggerlo dai dispiaceri, ne ha manipolato i ricordi d’infanzia: di tutti i suoi piccoli drammi gli ha sempre raccontato una versione migliore. Ma se non si ha la certezza di aver sofferto in passato e di avercela fatta, da dove si ricava il coraggio di tentare ancora? È allora che Shūichi si accorge di un misterioso bambino che si aggira intorno alla casa. Questa strana presenza fa nascere in Shūichi molte domande: chi é quel bambino che lo osserva e perché ha scelto la sua casa? E soprattutto: come si pesca un pesce-bambino? Shūichi scopre che il pesce-bambino si chiama Kenta, ha otto anni e vive prodigiose avventure nella solitudine più assoluta. Ma il pesce-bambino che è Kenta e il disegnatore surfista che è Shūichi, stringono giorno dopo giorno una straordinaria amicizia e quell’incontro cambierà per sempre la loro vita. Li porterà  a Teshima, un luogo che batte al ritmo del cuore.

Incipit

Alle porte di Tōkyō, in una cittadina lambita dall’oceano e circondata dalle montagne, sorge la casa dove Shūichi ha trascorso l’infanzia e dove ha appena fatto ritorno. Shūichi è un noto illustratore, ha quarant’anni e una cicatrice in mezzo al petto. È ossessionato dal proprio cuore che si ausculta ogni sera e dalle memorie confuse che ha del passato. Sua madre, per proteggerlo dai dispiaceri, ne ha manipolato i ricordi d’infanzia: di tutti i suoi piccoli drammi gli ha sempre raccontato una versione migliore. Ma se non si ha la certezza di aver sofferto in passato e di avercela fatta, da dove si ricava il coraggio di tentare ancora? È allora che Shūichi si accorge di un misterioso bambino che si aggira intorno alla casa. Questa strana presenza fa nascere in Shūichi molte domande: chi è quel bambino che lo osserva e perché ha scelto la sua casa? E soprattutto: come si pesca un pesce-bambino? Shūichi scopre che il pesce-bambino si chiama Kenta, ha otto anni e vive prodigiose avventure nella solitudine più assoluta. Ma il pesce-bambino che è Kenta e il disegnatore surfista che è Shūichi, stringono giorno dopo giorno una straordinaria amicizia e quell’incontro cambierà per sempre la loro vita. Li porterà in un luogo che batte al ritmo del cuore, pronunciato in tutte le lingue del mondo. È Teshima, un’isoletta remota nel sud-ovest del Giappone, dove sorge l’Archivio dei Battiti del Cuore. Dopo Quel che affidiamo al vento, Laura Imai Messina torna a un luogo incredibile eppure reale del Giappone. E, nel viaggio in cui ci conduce, ci permette di avvicinarci a un modo diverso di concepire la vita e i suoi smarrimenti. Ma soprattutto ci dona una delle chiavi essenziali per interpretare il presente: quella per ritrovare la felicità perduta.

 

 

 Come di consueto, riportiamo di seguito alcuni appunti  di discussione e di approfondimento  utili  per chi ha partecipato e per chi non ha potuto partecipare, per chi ha letto il libro e per chi non ha potuto leggerlo.

 

Protagonista è Shuiki, appassionato di surf, illustratore di libri per bambini; ha 40 anni e una cicatrice sul petto, rimasta in seguito ad una operazione al cuore.

Non ha una chiara idea sulle sue esperienze infantili, perché la madre Ono lo ha sempre protetto dagli eventi negativi e dai dispiaceri della vita.

Un misterioso bambino, Kenta , si intrufola nella sua casa d’infanzia, dove lui è tornato a vivere dopo la morte della madre. Kenta si comporta come se quella casa fosse un po’ sua e si appropria anche di alcuni oggetti.

L’uomo si accorge che il bambino è molto solo e tra loro nasce pian piano una grande amicizia.

Il bambino sa molte cose di lui , del suo incidente con la bicicletta ,delle cicatrici che ha sul braccio, di come avesse cominciato a scrivere e a disegnare…cose che lui aveva rimosso e che gli riaffiorano alla memoria.

“Erano tutti ricordi infelici, memorie che, per la consueta ostinazione materna a negare tutto quanto era triste, non era mai stato sicuro fossero veramente accadute; eppure adesso gli risultarono care fino alla commozione...” pag.108 . Ma se non si ha la consapevolezza di aver superato esperienze negative in passato ,come si può trovare il coraggio di affrontarne di nuove?

Kenta, che ha tanto sofferto per l’indifferenza dei genitori, troppo impegnati nel lavoro, trova in Shuiki un punto di riferimento e pian piano costruisce la fiducia in s stesso; l’uomo, che ha subito il terribile trauma della morte di un figlio, gradualmente ritorna a vivere. “Per quanto dolore si possa aver accumulato, capita che la vita ricominci da capo”. Una donna gli insegnerà che “il mondo attraverso due paia di occhi può acquistare colore”. Imparerà che “per essere felici serve innanzitutto immaginare di essere felici” e nell’isoletta di Teshima, dove c’è l’Archivio dei battiti del cuore, troverà le risposte alle inquietudini del passato e riuscirà a dare un senso al dolore vissuto.

Rossana D. M.

Mi è piaciuta molto la fiaba a pagina 49, che racconta di un popolo alla ricerca della cura di un Male bizzarro che affliggeva uomini, donne e bambini.

Si formavano dentro di loro dei buchini, che venivano colmati con qualsiasi cosa che li rendeva momentaneamente felici. Ma i buchini tornavano ad aprirsi!

Solo il vecchio saggio spiegò loro che l’unica materia capace di rimarginarli non poteva essere qualcosa di completamente nuovo ed estraneo da sé, bensì qualcosa che in origine facesse proprio parte di sé.

Ogni sentimento più autentico dovesse iniziare e finire con sé, serviva che la gioia fosse indipendente dalla risposta del mondo, che la felicità non dipendesse da nessun altro.

Troppo spesso cerchiamo la soluzione dei nostri vuoti interiori dagli altri, ponendo poca attenzione a quello che abbiamo noi dentro, ma questo vuol dire mettersi in gioco e soprattutto a nudo ed a volte è molto faticoso e doloroso.

Lo sto rileggendo ed è sicuramente molto più piacevole e comprensibile.

Maria Grazia B.

 

 

Pensiero del lettore catturato perfettamente nel minimo dettaglio da Laura Imai  Messina

Ecco, se davvero bisognava infilarsi da qualche parte, a lui sarebbe piaciuto rinascere là, in quel minuscolo buco accanto alla maniglia della porta della sua stanza che aveva aperto lui stesso, di nascosto, con i denti di una forchetta (p. 34 )
Il rapporto complesso umano
L’affetto, seminato con cura minuziosa all’inizio, era cresciuto e negli anni aveva prodotto una tale abbondanza di fiori e di frutti da non richiedere più particolare impegno( p. 30)
Riflessioni dell’adulto sulla propria infanzia e le tracce del rimpianto inevitabile 
Nel senso, non solo quel momento ormai è passato e non si può più intervenire, ma anche il bambino che sono stati è sparito. Sparito insieme a tutte le emozioni che quel bambino ha provato(p.91)
Istituzione familiare come fallimento e delusione
I quasi adulti che avevano compiuto quattordici, quindici, diciassette anni e la verità era che la fuga li allontanava da una situazione di degrado e bruttezza (p. 156).

Una lettura che va oltre i confini della cultura e degli schemi emotivi prestabiliti dalla società. Messina scrive dei luoghi, delle strade, delle case e delle isole dove ognuno può trovare una parte di sé. Megan J.